Quante volte questa frase è stata usata e abusata da donne, e diventata quasi simbolica e utilizzata anche nelle barzellette o nelle parodie di alcune coppie? Il suo utilizzo specifico è “come scusa per non fare l’amore”. Questa frase è stata presa poi a modello per indicare, oltre che il minore desiderio implicito (culturalmente?) nella donna, anche in realtà la riluttanza della donna a offrirsi e concedersi per un sottile gioco di piccole vendette o di conflitti lasciati in sospeso e di cui può avere il controllo o in cui poter esercitare un potere.
E se invece vi parlassi di quanto molti uomini utilizzano tale éscamotage per non fare sesso con la loro compagna, rifiutando loro delle attenzioni che le farebbero sentire appagate e serene rispetto al fatto di piacere ancora? Non viene spesso raccontato quanto l’uomo, ormai svincolato dal suo ruolo storico di “essere sessuato”, sempre in cerca, voglioso e “bruto” a ogni costo e sempre potenzialmente pronto al rapporto sessuale in ogni momento, sia in realtà soggetto a tutte le possibili oscillazioni dell’umore, della stanchezza, del litigio e dei conflitti sotterranei e taciuti con la partner.
Tutti questi fattori lo condizionano, lo rendono pensieroso, distratto, stanco, come è anche normale che sia, senza contare che se anche lui volesse, magari solo inconsciamente, punire la donna di qualche mancanza, se ha della rabbia repressa, delle ansie rispetto alla procreazione, e molto altro, una delle prime cose di cui la priverà sarà proprio il sesso. Perché, di pari passo, anche l’immagine presente nel nostro inconscio culturale della donna disinteressata al sesso, che lo fa solo perché il marito glielo chiede e un po’ controvoglia, è ormai desueta, antiquata. La donna ora pretende il piacere per se stessa, lo cerca e sa come ottenerlo. Ma anche l’uomo ha imparato così che può usarlo come un’arma, proprio come poteva fare lei fino a qualche tempo fa.
Può quindi scegliere quando e come concedersi, può decidere con molta più serenità di prima di non avere “voglia” quella sera, senza il timore di essere giudicato di presunta omosessualità o come “finto uomo”. Ma deve sapere però, che nell’immaginario collettivo, anche se inconsciamente, tali sottili credenze restano e si sentono ancora come vive e presenti, deve poter prevedere che molte donne ancora lo potrebbero giudicare negativamente, dubitare di lui, della sua virilità, e sentirsi quantomeno ferite o insicure di piacere e possono incolpare lui di tutto ciò.
E da questo possono generarsi a cascata una serie di richieste di attenzioni morbose e alla ricerca di conferme da parte della donna, a volte di natura francamente paranoide, che altro non suscitano se non la possibilità di ledere ancora di più la spontaneità del rapporto, creano fantasmi nella coppia difficilmente aggredibili. L’aspetto sessuale in una relazione è quello che invece più deve essere lasciato libero di esprimersi e di “comparire” senza troppe attese e senza cercare di rievcocarlo e ottenerlo con atteggiamenti forzati.
La relazione in sé va osservata, curata, guarita, e il desiderio, se altri piccoli ma fondamentali ingredienti di coppia non mancano, seguirà di conseguenza.
Dottoressa Federica Giromella
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